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16.5.09

Amy Winehouse


Ritratti


Chuck Berry

Dente-live report

di Alessandro Rocca
02-05-2009 - Cantine El Quixote (Varese)
Storie di provincia. Storie di un capoluogo la cui provincia racchiude 860.000 anime ed una manciata di locali dove ascoltare musica dal vivo. Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che di quei locali i quattro quinti (e 5 saranno in totale) l'unica musica che conoscono è quella delle cover band, altro non resta che lavorare in attesa dell'ennesimo fine settimana a base di alcool e sogni di gloria. Di quei sogni al lunedì non ricorderemo neanche l'incipit.
Eppure stiamo parlando di una città che ha ospitato concerti di musicisti del calibro di Sonic Youth, Deep Purple, Dream Theater, Jethro Tull, Goran Bregovic, 16 Horsepower, Sophia, Karate. Qui è nato l'hip hop italiano degli Otierre e sempre qui un gruppo di ragazzi, patrocinati dagli alfieri dell'indie di Ghost Records, ha composto alcuni piccoli capolavori di introspezione musicata (mi riferisco ai lavori di Mr. Henry, Encode, Midwest e Bartòk per citarne alcuni).
Proprio per Ghost Records è uscito l'ultimo album di Giuseppe Peveri, in arte Dente, che per la rassegna AutorIndie è stato invitato alle Cantine El Quixote per cantarci perchè “l'amore non è bello”. Ognuno di noi fondamentalmente lo sa il perchè, e basta questo per coinvolgerci nelle liriche tristallegre del cantautore di Fidenza. Oltre alle qualità di musicista, già ormai comprovate dalla critica e non solo, Dente sa conquistarsi il pubblico con simpatici siparietti (all'affermazione urlata “bravo e bello!” risponde “devi aver visto pochi uomini nella tua vita”) e con quell' atteggiamento sempre in bilico tra il serio ed il faceto che lo accompagna nelle esibizioni dal vivo.
Il concerto ruota attorno alle canzoni dell'ultimo disco: “A me piace lei”, “Buon appetito”, “Vieni a vivere” sono cantate dalle prime file, ed all'autobiografica “Quel mazzolino” che racconta di quando gli è stata ritirata la patente, sorridiamo, tenendoci la nostra stretta nel portafoglio. Rispetto al passato, Dente è accompagnato da una band, con cui il feeling sembra già da “amicizia decennale”. Non si toglie però lo sfizio, in onore alla tanta gavetta fatta per poche manciate di euro, di un piccolo set privato di poche canzoni.
Non mancano mai “Baby building” e“Diecicentomille” dall'album “Non c'è due senza te” e “Le cose che contano” dall'omonimo ep.
Il concerto si conclude con “Beato me”, la canzone con cui l'artista a partecipato alla compilation “Il paese è reale” e che proprio il giorno prima di questo concerto varesino, ha eseguito davanti ad 800.000 persone, per il concerto del Primo Maggio a Roma. Quasi l'intera provincia di Varese.
Le Cantine El Quixote non sono Piazza San Giovanni, ma se ci accontentiamo delle proporzioni, anche qui c'è il pienone, ed il merito va ai ragazzi che stanno organizzando i concerti, in un comune dove per “ospitare” Moltheni, Paolo Benvegnù, Dente, Samuel Katarro, Federico Fiumani ed in passato Le luci della centrale elettrica ed altri, devi mascherare la parola concerto con “rassegna di scrittori di musica indipendente” !
Chi vive in un'altra qualsiasi provincia dimenticata da Dio potrà forse irritarsi leggendo tutti i nomi che ho citato. Il fatto è che in poche righe ho tirato il sunto di 20 anni. L'interesse non manca, le possibilità neanche, basterebbe solo un attimo di attenzione in più da parte di chi custodisce gelosamente le chiavi di questa città, per superare le diffidenze che non stanno facendo altro che incanalare in un percorso di decadenza e di nullafacenza culturale i giovani.
Un ultimo esempio: nel 2007, i Court, una band storica varesina, dopo un tour negli Stati Uniti, vincono il Los Angeles Music Award come “Best Alternative Artist”. Li avete mai sentiti?

14.5.09

Saxon [Discografia]


Rock prog. italiano [rarità]

Gli Ibis nascono dallo scioglimento dei New Trolls, con a capo il grande chitarrista e vocalist Nico di Palo. Il quartetto per la scelta del nome da dare al complesso ,chiede aiuto ai lettori di Ciao 2001 con una specie di referendum e viene scelto Ibis. Nel 1973 pubblicano il loro primo album,ma il migliore rimane il terzo col titolo omonimo nel 1975. Il disco è molto bello,con il ritorno dei testi in italiano e solamente due in inglese,che in seguito verranno messi anche su 45 giri. Anche loro come tanti altri gruppi di quel periodo,nella loro breve carriera subiscono vari cambi di formazione. Peccato che nel momento di maggior successo il gruppo si sia sciolto,forse perché si parlava sempre più della ricostituzione dei disciolti New Trolls.

Jethro Tull [Discografia]





DOT COM (1999) - BBC RADIO ONE LIVE IN CONCERT (1996) - ROOTS TO BRANCHES (1995) - 25TH ANNIVERSARY BOX SET [BOX] (1993) - THE ANNIVERSARY COLLECTION: THE BEST OF JETHRO TULL (1993 - )A LITTLE LIGHT MUSIC (1992) - CATFISH RISING (1991) - LIVE AT HAMMERSMITH '84 (1991) - 20 YEARS OF JETHRO TULL (1989) - ROCK ISLAND (1989) - CREST OF A KNAVE (1987) - ORIGINAL MASTERS (1985) - UNDER WRAPS (1984) - BROADSWORD AND THE BEAST (1982) - A (1980) - STORMWATCH (1979) - BURSTING OUT (1978) - HEAVY HORSES (1978) - WOMAN IN THE WINGS (1978) - by Maddy PriorREPEAT - THE BEST OF JETHRO TULL - VOL. II (1977) - SONGS FROM THE WOOD (1977) - M.U. BEST OF JETHRO TULL (1976) - TOO OLD TO ROCK AND ROLL: TOO YOUNG TO DIE (1976) - MINSTREL IN THE GALLERY (1975) - WARCHILD (1974) - A PASSION PLAY (1973) - LIVING IN THE PAST (1972) - THICK AS A BRICK (1972) - AQUALUNG (1971) - BENEFIT (1970) - STAND UP (1969) - STAND UP (1969) - THIS WAS (1968).

12.5.09

Alle fonti del pop - nascita della musica pop

Alle Fonti del Pop - nascita della musica pop
di Piero Donato
Al giorno d’oggi, a volte impropriamente, sovente si parla di musica pop: il termine pop nacque negli anni sessanta del secolo scorso, e stava a indicare le correnti artistiche innovative dell’epoca che avevano una matrice popolare. Da qui il termine pop art. Ecco perché, ancora oggi, si usa frequentemente il termine pop, quasi stia a significare che tuttora le arti pop di quegli anni continuano ad essere attive e presenti. Certo, il termine è talmente intimamente legato alla parola popolare, che nella pratica, tutt’oggi, lo si continua a usare anche in maniera forzata; tanto che la sua accezione, col passare dei decenni, ha sicuramente subito mutamenti: le star di musica leggera, o di musica rock, sono indubbiamente molto popolari, ecco perché oggi si tende a dimenticarsi un po’ dell’etimologia del termine.
Sarebbe un peccato, però, da parte nostra, non ricordare le reali circostanze e i motivi che favorirono la nascita delle vere e proprie Arti Pop. Diciamo subito che la musica pop degli anni '60 - '70 era, sì, una musica popolare, ma una musica che, nel corso di una quindicina d’anni (dagli inizi dei sessanta fino alla metà dei settanta), andò progressivamente evolvendosi, non solo nell’ambito degli influssi etnici da cui derivava (come vedremo più avanti, gli influssi erano determinati dalle interazioni sia da parte degli ascoltatori che da parte degli artisti: giovani che viaggiavano da una parte all’altra del mondo con una sola chitarra in spalla e con tante idee di rinnovamento e di pace e tanti buoni propositi in testa), ma si trattava, a tutti gli effetti, anche di un’evoluzione tecnica di composizione e di esecuzione musicale, visto che il giovane hippy era per lo più un giovane adulto che voleva inserirsi, a ragion veduta, in una società nel pieno fermento del consolidamento economico e politico di un dopoguerra ormai lontano, in una società conscia di aver superato gli ostacoli maggiori con l’ausilio delle tecnologie industriali; e questa presa di coscienza, soprattutto da parte dei giovani statunitensi, era dovuta a vere e proprie necessità, piuttosto che a scelte di opinione. Immaginate di essere ventenni, o anche più giovani (per molti lettori sarà cosa facile, visto che lo saranno, bene:) e di venire svegliati, un bel mattino, da una missiva che vi annuncia il vostro imminente obbligo di partire, previa breve preparazione, alla volta del Vietnam; il ché sarebbe già sufficientemente traumatico, anche senza aggiungere che in Vietnam bisogna andarci per combattere, per fare la guerra, per uccidere nostri simili, proprio a casa loro, proprio nei luoghi dove essi hanno sempre abitato, in nome di un ideale, peraltro, non del tutto chiaro (né successivamente chiarito).
Ecco, questo è quanto poteva prospettarsi ai ragazzi americani in quegli anni. Tante cose sono cambiate, ovviamente, da allora: oggi si tende invece a favorire sempre di più il volontariato, nell’ambito delle guerre, cercando di limitare ed eliminare definitivamente il servizio di leva anche in periodi di pace. Lo scenario, quindi, è mutato in maniera rilevante, grazie anche a quelle prime proteste, nate dai giovani sostenitori della pace. Questi, tra i principali motivi che favorirono le sperimentazioni nella cerchia di tutte le forme artistiche pop: ecco perché la presa di coscienza ed il cammino evolutivo, soprattutto nelle tecniche musicali (anche perché la musica, in breve, divenne essa stessa, grazie all’evolversi dei mass media, un grande mezzo di comunicazione di massa). Si incominciarono ad allestire giganteschi concerti in luoghi dove i giovani ascoltatori, per diverse giornate, vivevano all’addiaccio e potevano fruire di quella musica che da tante parti del mondo attingeva i più svariati stilemi. Si ricorda il famoso festival di Woodstock, dove una folla di cinquecentomila giovani, nell’agosto del 1969, accorse ad un raduno felicemente organizzato, al quale parteciparono le più note rockstar dell’epoca, per vivere all'aperto tre giorni di musica e di pace.
Diversi musicisti, allora semisconosciuti, debbono a questa manifestazione la popolarità che conobbero in seguito. Da parte del giovane ascoltatore americano, quindi, c’era la volontà di cercare significato nel testo di una canzone che non evadesse la contingenza di una realtà oggettivamente problematica, e dove l’unica via d’uscita era vista nel prendere le distanze da quell’ordinamento civile così tendente all’ordine in madre patria, ma così pieno di contraddizioni e comunque conduttore di una politica estera, quantomeno dal punto di vista umano, dalle caratteristiche almeno discutibili.
Di più: il giovane ascoltatore e sostenitore del pop pretendeva, anno dopo anno, di vedere e toccare con mano l’evoluzione tecnica dei musicisti ai quali prestava fede e che non voleva più, a differenza degli anni cinquanta, come portatori di allegria e spensieratezza. Quindi, ricerca di affermazione dell’ascoltatore attraverso un portavoce di emozioni: il cantante o lo strumentista che, sempre più frequentemente, eseguiva il suo a solo, vera e propria improvvisazione all’insegna del qui e ora, modo di espressione storicamente tipico delle improvvisazioni jazzistiche. Certo, a differenza del jazz, il rock di quegli anni (che costituiva la materia del giovane americano sopra la quale plasmare stilemi caratteristici di altri generi) poteva essere interpretato da musicisti non così preparati tecnicamente, ma che, durante il lungo cammino evolutivo, li avrebbe portati a migliorare notevolmente le loro attitudini sonore ed artistiche.
Dunque, a differenza dei decenni precedenti, la funzione stessa degli strumenti musicali e il loro significato, nell’ambito della musica popolare occidentale, smisero di assumere la veste di mera caratteristica di accompagnamento, mentre prendeva corpo una consapevolezza d’esser tutti protagonisti: tutti gli appartenenti al gruppo musicale rispecchiavano, in piccolo, ma dal grande palco, un po’ quello che era il grande gruppo che ne costituiva il seguito, ovvero quelle folle oceaniche che si riunivano in cortei per dimostrare il loro dissenso. C’è da dire che la convinzione era tanta, grazie anche all’uso di droghe più o meno leggere; ma con il tempo, a distanza di dieci - quindici anni, inizierà a manifestarsi un malessere tipico di ferite esistenziali mai definitivamente cicatrizzate, dovute, probabilmente, all’eccessiva pressione cui il giovane hippy era sottoposto nel suo quotidiano e longevo vivere controcorrente, e che si evidenzierà con la progressiva incapacità di rapportarsi e confrontarsi con il sorgere di nuove tendenze e culture musicali di natura differente, quantomeno negli intenti: le tendenze punk.
Attorno ai primi anni '70, quando già alcune battaglie ideologiche erano state vinte, quando anche si intravedeva il raggiungimento di altri traguardi, sia pur nelle difficoltà superate di volta in volta, non senza sacrifici di percorso, la musica pop giunse a livelli tecnici di esecuzione, ma soprattutto di composizione, che probabilmente mai prima si erano visti raggiungere nell’ambito delle culture popolari occidentali: in breve, le arti pop si accostarono alle arti classiche e portarono influssi anche in queste. Nella musica contemporanea si sperimentava l’elettronica nell’identica maniera con cui venivano usati sintetizzatori analogici - creatori di suoni e rumori in grado di riprodurre ogni situazione - anche in ambito pop. La musica pop, dunque, approda nella musica colta contemporanea. Ancora oggi viene difficile trovare una rigida collocazione del compositore Stockhausen, ad esempio, nell’ambito della musica elettronica e sperimentale. Frank Zappa, dopo decenni di "gavetta” nella sfera delle tecniche del jazz rock, tra genio, sregolatezza e provocazione, arriverà, negli anni ottanta, ad essere unanimamente riconosciuto compositore contemporaneo, grazie a sue opere che saranno non solo puntualmente eseguite dalla London Synphony Orchestra diretta da Kent Nagano, ma anche dirette dal celebre compositore contemporaneo Pierre Boulez. Dicevamo di come la musica pop sia un genere che nasce da situazioni sperimentali, nonché dall’unione/fusione di stilemi di vario tipo, parallelamente alle arti visive , al progressivo diffondersi del teatro dell’assurdo, alla letteratura della beat generation degli anni cinquanta e della neoavanguardia .
In America, negli anni sessanta, avviene, peraltro, la fusione storica di due generi musicali precedentemente dominio di differenti razze conviventi (la nera e la bianca): il Blues ed il Country. Bob Dylan fu uno degli artefici di questa unione ideologica, e uno dei capisaldi promotori, assieme alla sua fiamma Joan Baez, della protesta pacifista. Un momento storico in cui Blues e Country si affiancano per scavalcare il Rock & Roll di Elvis Presley, assimilandone le radici rhythm & blues e usandole come mezzo di espressione per rappresentare un certo grado di aggressività latente nel giovane di quegli anni, accompagnato da testi con notevoli affinità alla poesia della neoavanguardia. In molti casi sono testi duri, di denuncia e di condanna di una cultura, quella occidentale, che non vedeva di buon occhio ogni tentativo pacifista di colmare lacune nei rapporti internazionali tra diverse culture. In altri casi sono racconti che mostrano e narrano l’orgogliosa sofferenza e l’avventura di un mondo nuovo e giovane all’insegna del peace and love. Larghe vedute troveremo nei modi di pensare del giovane americano, che lo porteranno, oltre che a fraternizzare con il compagno nero e ad unirsi in una lotta ricondotta in un’unica direzione contro l’imponente Establishment industriale degli U.S.A., anche ad avvicinarsi alle varie tradizioni e filosofie orientali (soprattutto al Buddismo Zen), viste come vere e proprie fonti alternative a quelle generatrici della civiltà dei consumi e del plusvalore.

Creedence Clearwater Revival [Discografia]





La formazione classica dei CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL è la seguente:John Fogerty - voce e chitarra Tom Fogerty – chitarra (tranne l’ultimo album in studio)Stu Cook - basso Doug Clifford – batteria CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL – 1968 01. I put a spell on you 02. The working man03. Suzie Q 04. Ninety-nine and a half 05. Get down woman 06. Porterville 07. Gloomy 08. Walk on the water BAYOU COUNTRY – 1969 01. Born on the Bayou 02. Bootleg 03. Graveyard train 04. Good golly miss Molly 05. Penthouse pauper 06. Proud Mary 07. Keep on chooglin’ GREEN RIVER – 1969 01. Green river 02. Commotion 03. Tombstone shadow 04. Wrote a song for everyone 05. Bad moon rising 06. Lodi 07. Cross-tie walker 08. Sinister purpose 09. The night time is the right time WILLY AND THE POOR BOYS – 1970 01. Down on the corner 02. It came out of the sky 03. Cotton fields 04. Poorboy shuffle 05. Feelin’ blue 06. Fortunate son 07. Don't look now 08. The midnight special 09. Side o’ the road 10. Effigy COSMO’S FACTORY – 1970 01. Ramble tamble 02. Before you accuse me 03. Travelin’ band 04. Ooby dooby 05. Lookin’ out my back door 06. Run through the jungle 07. Up around the bend 08. My baby left me 09. Who'll stop the rain 10. I heard it through the grapevine 11. Long as I can see the light PENDULUM – 1971 01. Pagan baby 02. Sailor's lament 03. Chameleon 04. Have you ever seen the rain? 05. Hideaway (Wish I could) 06. Born to move 07. Hey tonight 08. It's just a thought 09. Molina 10. Rude awakening #2 MARDI GRAS – 1972 01. Lookin’ for a reason 02. Take it like a friend 03. Need someone to hold 04. Tearin’ up the country 05. Someday never comes 06. What are you gonna do 07. Sail away 08. Hello Mary Lou (Goodbye heart) 09. Door to door 10. Sweet hitch-hiker Nota: il gruppo, il cui leader è John Fogerty, si scioglie nel 1972.LIVE IN EUROPE – 1973 01. Born on the Bayou 02. Green river / Suzie Q 03. It came out of the sky 04. Travelin’ band 05. Fortunate son 06. Commotion 07. Lodi 08. Bad moon rising 09. Proud Mary 10. Up around the bend 11. Hey tonight 12. Keep on chooglin' Nota: album live registrato nel 1971. THE CONCERT – 1980 01. Born on the Bayou 02. Green river 03. Tombstone shadow 04. Don't look now 05. Travelin’ band 06. Who'll stop the rain 07. Bad moon rising 08. Proud Mary 09. Fortunate son 10. Commotion 11. The midnight special 12. The night time is the right time 13. Down on the corner 14. Keep on chooglin’ Nota: album live registrato nel 1970.CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL – 2001 Nota: cofanetto antologico in 6 cd comprendente l’intera produzione ufficiale studio e live del gruppo. Sono, inoltre, presenti molti brani incisi dai quattro precedentemente al primo album, quando si chiamavano Blue Velvets prima e Golliwogs poi.

Ritratti



Janis Joplin

Jim Morrison

10.5.09

Rock prog. italiano [rarità]

Gli Alluminogeni, furono l'unica formazione rock di Torino ad emergere in quel periodo. Nel loro biennio d'attività (1970-1972) incisero un solo album "Scolopendra" nel 1972,il disco è rarissimo e ancora oggi molto ambito dai collezionisti perchè fu stampato in poche copie. Quando esce l'album il gruppo si era già sciolto,per motivi interni pare che la casa discografica abbia modificato gran parte del materiale.

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